Vi presento il mio paese: San Sosti

Ho creato questo blog per permettere ai naviganti di conoscere e ammirare il mio piccolo paese ed a me di rimanere idealmente in contatto con la mia terra.
San Sosti si trova ai piedi del monte Mula, ultimo baluardo della catena del Pollino, in provincia di Cosenza. Collocato in una posizione un tempo strategica, all'imbocco della gola del fiume Rosa e quindi dell'antichissima via istmica che collegava Ionio e Tirreno, il paese di San Sosti si presenta molto ricco di bellezze naturali, di testimonianze storiche e di suggestive tradizioni.
Molto famoso e importante è il Santuario della Madonna del Pettoruto, meta di un secolare pellegrinaggio.
Nei vari post potrete conoscere la storia, le tradizioni, la natura, il Santuario della Madonna del Pettoruto insieme ad altri aspetti e momenti della vita sansostese.
Seguitemi e utilizzate l'archivio per trovare nei post precedenti foto e video.
Un saluto a tutti i sansostesi nel mondo.
Mario Sirimarco.


mercoledì 27 ottobre 2010

Qualcosa si muove ...

Riprendo dal sito Gola del Rosa, curate dall'ottimo Pieruccio Balestra, le immagini dell'inaugurazione dell'azienda casearia di Salvatore di Loria "La Fornace". Solo con iniziative del genere la Calabria può uscire dal tunnel ... naturalmente con il lungimirante supporto del potere politico con adeguati investimenti infrastrutturali e promozionali.
In bocca al lupo e complimenti per quanto realizzato.
M.S.


mercoledì 21 luglio 2010

mercoledì 19 maggio 2010

domenica 18 aprile 2010

Il monastero di San Nicola in località Fravitta e la presenza albanese

In diverse fonti del 1600 viene menzionato il monastero di San Nicola (dipendente dal monastero di Lungro) nel nostro territorio.
Si tratta di un dato molto importante perchè, insieme ad altri indizi e prove, dimostra la presenza albanese nella storia della nostra comunità.
I ruderi (come documentato la prima volta nel libro La misteriosa città di Kyniskos di M. Sirimarco e P. Calonico) sono ancora oggi ben visibili in località Fravitta.
Eccoli in queste due foto.









Pubblico il testo di un mio commento ad un articolo di Francesco Marchianò sul sito www.goladelrosa.eu:

Caro Raffaele, permettimi di esprimere i miei complimenti all’autore per questo articolo molto interessante e per il suo documentato lavoro di ricerca.
La presenza albanese nella storia sansostese è riscontrabile in numerose fonti documentali e letterarie che l’autore puntualmente cita, in alcuni dati toponomastici (piazza degli Albanesi, per esempio). Una traccia molto significativa mi sembra anche la presenza in località Fravitta di un luogo di culto dedicato a San Nicola …
Quello che occorre precisare (anche se Marchianò non cade nell’errore) è che, al contrario di quanto sostenuto da storici locali (come don Domenico Cerbelli nella sua, comunque, fondamentale Monografia), San Sosti non è di origine albanese in quanto le famiglie che vi si insediarono trovarono già una comunità organizzata con le sue istituzioni e la sua religiosità. Le più recenti investigazioni archeologiche lo dimostrano chiaramente in quanto attestano una presenza umana di un certo rilievo dalla protostoria all’età moderna (una prima densa relazione sulle ultime campagne di scavo può essere letta alla pagina web http://www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-130.pdf).
La storia di San Sosti, dei Casalini, del Pettoruto, nonostante diversi importanti contributi (tra i quali mi permetto di ricordare un libretto del 1995 dal titolo “La misteriosa città di Kyniskos” soprattutto per il rinnovato impulso che ha dato agli studi storici e archeologici), resta in gran parte da scrivere.

mercoledì 7 aprile 2010

Venerdì Santo 2010






Come da tradizione si è svolta la processione del Venerdì Santo ... ecco alcune foto.

giovedì 11 marzo 2010

San Sosti all’avanguardia della musica popolare

San Sosti vanta una tradizione musicale popolare di notevole rilevanza culturale e di straordinaria ricchezza di percorsi tematici (dal filone religioso legato alla devozione alla Madonna del Pettoruto e ai riti della Settimana Santa, a quello dei canti di amore e di nostalgia per la propria terra, a quello ludico-carnevalesco, a quello più d’autore, sintetizzato dalla istrionica figura di Francesco Marasco ... manca solo il filone più politico e di protesta sociale che pure è molto presente nella canzone popolare in genere).
Questa tradizione "sansostese" si inserisce a pieno titolo nel più generale contesto della musica popolare calabrese che, anche se meno conosciuta rispetto a quella napoletana o salentina, rappresenta un terreno molto fertile come dimostra, per esempio, l'interesse di Eugenio Bennato, la cui poetica è alla base dell'attività di un gruppo interessante come i "Zona Briganti" (al quale partecipa Francesco Martucci, figlio di Claudia Ferrari, una delle voci più belle di San Sosti).
Per rendersi conto della portata della musica popolare calabrese basta ricordare, negli anni passati, la straordinaria esperienza del Collettivo Dedalus con un disco capolavoro (certamente il lavoro più importante di ricerca musicale regionale) dal titolo "La terra delle ginestre" e, in anni più recenti, Peppino Voltarelli e il “Parto delle nuvole pesanti” che hanno avuto (ed hanno anche se le loro strade si sono separate) il merito di riprendere la nostra tradizione musicale, di presentarla in chiave moderna e di farla conoscere fuori dalla nostra regione. Ma anche altri gruppi hanno dato e danno un contributo di originalità e vivacità (Mattanza, QuartAumentata, Re Niliu, Ciroma).
Mi piace ricordare che San Sosti è ancora proficuamente impegnata in questo percorso musicale, che non è meramente nostalgico o archeologico, ma rappresenta, nel mondo globale e culturalmente uniformato, una proiezione verso il futuro, la musica popolare è la musica del futuro. C’è certamente la meritoria attività di ricerca musicale che ha portato all’esperienza dei gruppi folkloristici; c’è, su un piano diverso, il suggestivo esperimento del gruppo “Balanòo” che si propone una rielaborazione “creativa” dei temi musicali popolari del Sud (ma forse di tutti i Sud del mondo), una contaminazione/ibridazione di suoni, di strumenti e di atmosfere.
Il gruppo (composto da numerosi sansostesi, dai “veterani” Luigi Calonico, Pasquale Ranuio, Dino Gallo che hanno mangiato tutta la vita pane e musica, al giovane e promettente Stefano Saetta, da Luigi Sirimarco, Francesca Ranuio e Angela Reale oltre a Luigi Stabile e a Carlo Pellicano) dovrebbe, a breve, pubblicare un primo Cd che siamo ansiosi di ascoltare.