Si tratta di un dato molto importante perchè, insieme ad altri indizi e prove, dimostra la presenza albanese nella storia della nostra comunità.
I ruderi (come documentato la prima volta nel libro La misteriosa città di Kyniskos di M. Sirimarco e P. Calonico) sono ancora oggi ben visibili in località Fravitta.
Eccoli in queste due foto.


Pubblico il testo di un mio commento ad un articolo di Francesco Marchianò sul sito www.goladelrosa.eu:
Caro Raffaele, permettimi di esprimere i miei complimenti all’autore per questo articolo molto interessante e per il suo documentato lavoro di ricerca.
La presenza albanese nella storia sansostese è riscontrabile in numerose fonti documentali e letterarie che l’autore puntualmente cita, in alcuni dati toponomastici (piazza degli Albanesi, per esempio). Una traccia molto significativa mi sembra anche la presenza in località Fravitta di un luogo di culto dedicato a San Nicola …
Quello che occorre precisare (anche se Marchianò non cade nell’errore) è che, al contrario di quanto sostenuto da storici locali (come don Domenico Cerbelli nella sua, comunque, fondamentale Monografia), San Sosti non è di origine albanese in quanto le famiglie che vi si insediarono trovarono già una comunità organizzata con le sue istituzioni e la sua religiosità. Le più recenti investigazioni archeologiche lo dimostrano chiaramente in quanto attestano una presenza umana di un certo rilievo dalla protostoria all’età moderna (una prima densa relazione sulle ultime campagne di scavo può essere letta alla pagina web http://www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-130.pdf).
La storia di San Sosti, dei Casalini, del Pettoruto, nonostante diversi importanti contributi (tra i quali mi permetto di ricordare un libretto del 1995 dal titolo “La misteriosa città di Kyniskos” soprattutto per il rinnovato impulso che ha dato agli studi storici e archeologici), resta in gran parte da scrivere.